Senza le ‘Mancette’ il Presidente Schifani è rimasto senza maggioranza

Senza le ‘Mancette’ il Presidente Schifani è rimasto senza maggioranza
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Come era prevedibile dopo il presunto scandalo Galvagno-Amata sul sistema della gestione dei contributi regionali destinati ad eventi, sagre e spettacoli vari, che ha scomodato la Procura di Palermo con l’apertura di una specifica inchiesta, l’idillio tra la maggioranza e l’opposizione all’Ars è finito.
Come era ben noto la suddivisione del sistema delle ‘Mancette’ tra maggioranza e opposizione, aveva accontentato quasi nella totalità le due parti. Queste somme, preventivamente concordate, potevano essere destinate liberamente e a piacimento per soddisfare le esigenze politiche in ognuno dei territori di competenza elettorale per singolo deputato.


Si era assistito negli ultimi anni (cosa rara), ad esempio, all’approvazione dei bilanci di previsione in tempo utile, entro il 31 dicembre, di ogni singolo esercizio finanziario ed evitare il possibile esercizio provvisorio, che avrebbe compromesso l’operatività della macchina amministrativa e burocratica della regione. Invece, filava tutto liscio e spedito con l’approvazione di leggi proposte ed approvate celermente (tranne pochissime eccezioni).


Con la decisione del Presidente Schifani, conseguenza dell’inchiesta in corso della Magistratura con esiti incerti, di bloccare il sistema delle “Mancette” si sono scatenati numerosi franchi tiratori nella maggioranza, che hanno boicottato e bocciato diverse proposte di legge come ad esempio la riforma dei Consorzi di Bonifica e sull’editoria. Approfittando anche del voto segreto chiesto dall’opposizione.
Il Presidente Renato Schifani vorrebbe correre ai ripari tentando di presentare una riforma che possa eliminare il voto segreto all’Ars, in modo tale da controllare le votazioni della sua maggioranza. Un percorso difficile e tortuoso, perché scontenterebbe le pretese di tanti deputati che avevano ottenuto con il sistema delle ‘Mancette’ consenso e visibilità.

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