Anche quest’anno la comunità catanese celebra Sant’Agata

Anche quest’anno la comunità catanese celebra Sant’Agata
Condividi

La Festa di Sant’Agata è tra le feste patronali più sentite e partecipate d’Italia, che attira ogni anno migliaia di fedeli e turisti a Catania.

La città di Catania onora la sua patrona Sant’Agata, con una serie di eventi religiosi e tradizionali che culmineranno il 5 febbraio.

Il martirio della giovane e bella Agata, appartenente ad una nobile famiglia catanese, va inquadrato nel contesto delle persecuzioni contro i cristiani decretate dall’imperatore Decio che nel 250 emanò un editto di persecuzione contro i cristiani. L’editto obbligava tutti i cittadini a sacrificare agli dei aderendo alla religione ufficiale al fine di ottenere protezione e ricchezza per l’Impero. Ma Agata, si rifiuta pubblicamente di rinnegare il suo amore per Dio.

Racconta il testo più antico a noi giunto che è il 5 febbraio del 251 quando, dopo aver sopportato atroci torture, la giovane Agata muore manifestando la sua completa dedizione a Dio. Ma prima della pietosa morte, Agata subì l’arresto, l’interrogatorio e la consegna ad Afrodisia, donna di malaffare, affinchè la convincesse ad abbandonare il suo credo; poiché a nulla valsero le lusinghe, ci fu un nuovo interrogatorio, la carcerazione, l’amputazione delle mammelle, sanate per miracolo in carcere dall’Apostolo Pietro e infine la tortura dei carboni ardenti sui quali la giovinetta venne fatta rotolare a corpo nudo.

Dopo un nuovo trasferimento in carcere Agata morì dopo aver recitato sua preghiera: “Signore che hai tolto da me l’amore del mondo, hai preservato il mio corpo dalla contaminazione, mi hai fatto vincere i tormenti del carnefice, il ferro, il fuoco e le catene, mi hai donato tra i tormenti la virtù della pazienza; ti prego di accogliere ora il mio spirito: perché è già tempo che io lasci questo mondo e giunga alla tua misericordia”.

Sul suo sepolcro, la tradizione racconta, viene deposta da un giovane vestito di bianco, il suo angelo, una tavoletta che recita: Mentem sanctam spontaneam honorem Deo et Patriae liberationem, Mente santa, onore spontaneo a Dio e liberazione della Patria. E la città riconobbe immediatamente il ruolo di protettrice ad Agata: già il 5 febbraio del 252 il velo che ricopriva il suo sepolcro, venne portato in processione contro la colata lavica che impetuosa si stava dirigendo alle porte della città. E la colata si fermò.

Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha omaggiato Sant’Agata nel giorno della sua Festa donandole dei fiori nel corso delle celebrazioni.

«Partecipare alla Festa di Sant’Agata – ha detto il governatore – è una bellissima esperienza, anche spirituale. Sono qui per il terzo anno e trovo sempre più entusiasmo. Questa folla ci sprona a credere nei valori, ci spinge ad andare avanti, a non fermarsi. Non credo che in Italia ci siano esperienze come questa. Ogni volta torno nella mia città più ricco».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *