Lavoro: in Sicilia il 40% dei 301.190 posti offerti nel 2023 è rimasto vacante

Lavoro: in Sicilia il 40% dei 301.190 posti offerti nel 2023 è rimasto vacante
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In Sicilia tanti cercano un lavoro e tante imprese cercano di assumere, ma domanda e offerta non riescono a incontrarsi: quasi sempre la causa sta nella corsa delle imprese a specializzarsi per competere, mentre il settore dell’istruzione e formazione professionale non riesce a tenere il passo.

Il Rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri, spiega: “Il divario tra istruzione-formazione e mercato del lavoro, in Sicilia come nel resto d’Italia, è un fatto innegabile, ma l’Università di Palermo già da due anni ha invertito la tendenza. Abbiamo stipulato accordi con oltre 3mila imprese siciliane e del resto d’Italia che, da un lato, intervengono nella definizione della nostra offerta formativa modulandola con elementi di vita pratica che interessano alle loro attività e, dall’altro lato, accettano di ospitare nostri studenti in tirocini curriculari pre-laurea di almeno quattro mesi, a nostre spese. Abbiamo dedicato uno stanziamento di un milione di euro e quest’anno, il secondo, abbiamo avviato ben 450 studenti in tirocinio. Speriamo che si concludano con l’assunzione e anche nelle mansioni da loro auspicate”.

A misurare la distanza in Sicilia tra formazione e mondo del lavoro ci ha pensato il Bollettino annuale Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal. Nel 2023 le imprese siciliane che hanno provato ad assumere sono state il 59% del totale, rispetto al 57% del 2022, e hanno programmato 301.190 ingressi di personale, cioè 13.150 in più rispetto al 2022, e nel 28% degli annunci si ricercavano espressamente giovani. Ma il maggiore fabbisogno di dipendenti non si è tradotto in un significativo incremento dell’occupazione nell’Isola, perché la difficoltà di reperire candidati idonei è aumentata dal 35 al 40%: il 22% dei posti offerti non è stato coperto per mancanza di candidati, il 13,5% per preparazione inadeguata e il 4% per altri motivi. Tant’è che nel 15% dei casi le imprese hanno dovuto fare ricorso all’assunzione di immigrati.


In dettaglio, si volevano assumere 54.830 operai specializzati, 34.390 professionisti tecnici, 18.900 dirigenti o appartenenti alle professioni intellettuali e scientifiche e con elevata specializzazione, 31.530 conduttori di impianti e operai di macchinari, 100.580 unità delle professioni qualificate nel commercio e nei servizi, 37.280 addetti delle professioni non qualificate e 23.680 impiegati.
A livello provinciale, le richieste erano così ripartite: Trapani, 26.190; Palermo, 75.370; Messina, 41.700; Agrigento, 20.490; Caltanissetta, 14.890; Enna, 5.890; Catania, 67.750; Ragusa, 22.200; Siracusa, 25.980.

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