Terreni usati come discariche abusive, scattano arresti e confisca per 800mila euro

Terreni usati come discariche abusive, scattano arresti e confisca per 800mila euro
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Un’impresa avrebbe dovuto occuparsi esclusivamente di edilizia e di trasporto di rifiuti speciali non pericolosi prodotti da terzi, in realtà nei terreni di sua proprietà aveva creato una vera e propria discarica abusiva con tanto di attività di raccolta, trasporto e interramento di inerti provenienti dai cantieri edili attivi di Bagheria e dei comuni limitrofi.

Sono cinque le misure cautelari eseguite dai carabinieri emesse dal gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia per il reato di traffico illecito organizzato di rifiuti.

In soli due mesi di monitoraggio da parte degli inquirenti sono stati documentati almeno 280 scarichi di sfabbricidi, con una media di 7 al giorno, per un totale di circa 1.400 tonnellate di materiale inerte.

Il costo richiesto dalla ditta per smaltire ogni singolo carico oscillava da 70 a 100 euro per un guadagno di circa 15mila euro al mese. Il sistema avrebbe consentito non solo di abbattere i costi dell’impresa e di ottenere ricavi altrimenti non conseguibili, ma ha permesso anche ai vari imprenditori che si rivolgevano alla ditta di abbattere i costi e pagare meno tasse, smaltendo i propri rifiuti in modo illegale, perché non tracciabile.

Nel corso dell’operazione sono state eseguite: 2 ordinanze degli arresti domiciliari, a carico dei responsabili della ditta di Bagheria adibita allo smaltimento di rifiuti; 3 obblighi di presentazione alla Polizia Giudiziaria, nei confronti degli autisti dei mezzi pesanti e dipendenti dell’impresa; il sequestro preventivo di circa 10.000 metri quadri di terreno della ditta, 7 autocarri e 2 mini escavatori.

I terreni e i mezzi pesanti impiegati, a seguito di proposta del Nucleo Investigativo di Palermo, erano già sotto sequestro patrimoniale, emesso nel dicembre 2022 dal Tribunale di Palermo, perché ricadenti nella disponibilità di Nicolò Testa, già condannato per associazione mafiosa e deceduto lo scorso 7 novembre.

Il quadro probatorio raccolto nell’ambito delle indagini patrimoniali, coordinate dalla Procura della Repubblica, è stato in grado di dimostrare come i beni nella disponibilità, dapprima dello stesso Nicolò Testa e successivamente dei suoi eredi, fossero in realtà il frutto delle sue attività illecite, così consentendo al Tribunale di Palermo di emettere il provvedimento di confisca, eseguito stamattina dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, riguardante beni stimati in circa 800 mila euro: si tratta di un’impresa individuale, operante nel settore edile, con relativo complesso di beni aziendali e 3 appezzamenti di terreno.

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