‘Le vie dei Tesori’ torna a Messina

‘Le vie dei Tesori’ torna a Messina
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Le abbazie silenziose dove il tempo si è come cristallizzato, le chiese sopravvissute al terremoto del 1908, le collezioni universitarie del tutto inattese, i piccoli musei-gioiello e le collezioni legate al territorio, le ville affacciate sul mare. Riaprono la Prefettura con i suoi saloni di solito inaccessibili dall’esterno; e il Seminario Arcivescovile dove si formano i sacerdoti; si raggiungono le borgate fuori porta che nascondono chiese medievali, leggende e pietre miracolose. E si visitano borghi piccini, Itala, Zafferia, Salice, Briga Marina, Gesso, Castanea, Pace, Pezzolo immerso nella natura fino a due ghost town, Sicaminò e Borgo Schisina, dimenticate e abbandonate per ragioni diverse. Tre siti fanno parte del circuito di Italia Romanica.

Le Vie dei Tesori ritorna quindi a Messina dal 14 al 29 settembre, tre weekend per un nuovo festival di “riappropriazione della bellezza” che racconta l’intera Isola e che quest’anno diventa maggiorenne: era il 2006, infatti, quando nasceva la prima edizione a Palermo, dieci luoghi del tutto inattesi in seno all’Università.

“Un occasione – ha detto il Prefetto Cosima Di Stani – per le nuove generazioni di approfondire, prima di tutto, la storia della propria terra e, quindi, di appassionarsi nel condividere questa esperienza con i turisti e la cittadinanza. Come ha ricordato il Presidente della Repubblica, valorizzare il patrimonio artistico non è solo un dovere verso la nostra storia e il nostro futuro, ma ha anche ricadute economiche e tangibili benefici sociali per l’intero Paese”. Il sindaco Federico Basile ha sottolineato “l’unicità di luoghi ed esperienze che ricorderanno in tanti, e che diventano straordinarie per la competenza dei “narratori” che si incontrano”. Saranno visitabili le collezioni universitarie e apriranno siti storici della città, come ricorda il funzionario della Soprintendenza Luigi Giacobbe. “È un momento in cui le istituzioni si avvicinano alla città – dice il rettore Giovanna Spatari – e hanno l’opportunità di svelare patrimoni nascosti con la voce dei nostri studenti. Sono stata felicissima di aprire alle visite la stanza del rettore”.

Da quel 2006 Le Vie dei Tesori ha aumentato i suoi visitatori anno dopo anno, si è allargata a tutta l’Isola – una tra le primissime città siciliane ad aderire al festival fu proprio Messina -, ha raggiunto numeri importanti e ha dovuto fare i conti con la pandemia, ma è stata tra le pochissime realtà italiane a non fermarsi mai, ridisegnando ciascuna visita. Ed ha proseguito la sua corsa. Nel 2023 il festival ha raggiunto le 250 mila presenze in 17 città, con una ricaduta economica sul territorio che ha superato i sette milioni e seicentomila euro. Messina ha sfiorato i 5500 visitatori con una ricaduta di oltre 220 mila euro. “La bellezza non è un accessorio ma una leva di identità per conoscersi e per capire dove ci si trova – interviene Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori – I luoghi diventano un museo diffuso che viene visitato in maniera trasversale, senza che il visitatore si chieda a chi appartengano. Ognuno può scegliere la sua chiave tematica personale. È il primo passo verso un unico museo diffuso”.

Dopo aver ammirato i Borghi dei Tesori a maggio scorso, in questa prima tranche del 2024 Le Vie dei Tesori apre luoghi e propone esperienze in dieci città (con Messina, anche Trapani, Mazara e Alcamo, Bagheria, Termini Imerese, Corleone, Caltanissetta, Enna e la new entry Leonforte); dal 5 al 20 ottobre partiranno le altre sei città (Carini, Marsala, Sciacca, Ragusa, Scicli e Noto); Palermo e Catania occuperanno come sempre tutto il mese di ottobre.

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