Università: al Nord costa il 28% in più rispetto al Sud

Come ogni anno, l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, in collaborazione con la Fondazione Isscon, ha condotto un’indagine sui costi delle università italiane. Il calcolo delle tasse universitarie si basa principalmente sul reddito familiare dello studente, sono state considerate a titolo esemplificativo cinque fasce reddituali di riferimento. La novità del report 2025 è l’introduzione del monitoraggio dei costi degli atenei online, modalità sempre più diffusa e scelta dagli studenti.
Dal report è emerso che, per quanto riguarda le università tradizionali, gli atenei lombardi si confermano quelli in cui la tassazione risulta più elevata.
Mediamente, le università del Nord Italia risultano più onerose rispetto alle altre: le cifre superano del 28% l’importo medio rilevato negli atenei del Sud per la fascia più alta e quasi del 15% quello delle università del Centro.
I dati di Federconsumatori-Isscon purtroppo confermano che studiare all’università è molto costoso, in tutta Italia. In Sicilia, a Palermo e Catania, si pagano tasse leggermente inferiori alla media nazionale, ma di contro ci sono esenzioni decisamente minori, con una “no tax area” che a Catania si ferma a 22.000 euro di ISEE e a Palermo arriva a 25.000 euro.
Giusto per citare una realtà universitaria compatibile, e fare un confronto: la no tax area nelle università campane arriva a 30.000 euro di ISEE, quindi sono molti di più gli studenti che non pagano tasse.
Non va poi scordato un altro dato, forse ancora più importante: l’enorme quantità di studenti siciliani iscritti in atenei al di fuori della Sicilia. Le famiglie di questi studenti devono sobbarcarsi costi enormi, che arrivano fino a 17.498 euro l’anno tra tasse, alloggio, spesa alimentare, trasporti, materiale didatti e attività socio-ricreative-culturali.
“A questi studenti va il nostro sostegno morale – commenta il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa – anche e soprattutto per una ulteriore “tassa occulta” che devono pagare: l’odioso caro voli che impedisce a molti di loro di viaggiare in maniera dignitosa e a prezzi normali, che fa il paio con l’inaccettabile comportamento delle compagnie aeree, Ryanair e Aeroitalia soprattutto, che cancellano tratte da un giorno all’altro solo perché scoprono che in inverno ci sono meno passeggeri”.