Speciale: I dolci siciliani della tradizione pasquale

Speciale: I dolci siciliani della tradizione pasquale
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La rinomata pasticceria siciliana dà il meglio di sé nelle grandi occasioni. La gran parte dei dolci pasquali in Sicilia, viene dall’antica tradizione di confezionare dolci e biscotti nei monasteri e nei conventi, frutto dell’abilità e della fantasia delle suore. Tradizioni che si tramandano di generazione in generazione e che ancora oggi sono vive.
A Favara, in provincia di Agrigento, il dolce tipico della tradizione è l’Agnello Pasquale. È un dolce di pasta reale farcito di pistacchio fresco trito, ricoperto della cosiddetta “velata” (zucchero fondente) e riccamente decorato con campanelle, perline argentate, nastri e bandierine rosse. Secondo la storia, questo dolce risale ai primi anni del Novecento, quando veniva preparato dalle suore del Collegio di Maria del quartiere “Batia” di Favara, per ricordare Gesù come Agnello di Dio.
I Picureddi, facili da trovare in tutta la regione, sono invece pecorelle di pasta reale sdraiate su un fianco e poste sopra un prato verde disseminato di confettini coloratissimi. Ad Agira, in provincia di Enna, si potranno, invece, gustare le Cassatelle, che nulla hanno a che vedere con le famose cassate di ricotta, perchè sono eleganti e squisiti pasticciotti fatti con una sfoglia sottile, farcita di cacao e mandorle tostate. Ad Erice, in provincia di Trapani, presso il convento San Carlo, ancora oggi confezionano gli Ericini, realizzati con pasta reale finemente decorata, farciti con marmellata di cedro.
Un altro tipico dolce pasquale noto in tutta la Sicilia ed in particolar modo nel territorio dell’antica Contea di Modica e, nello specifico, in tutto il territorio ragusano è la Cassatella di ricotta: una pagnottina farcita con ricotta, pezzetti di cioccolata e canditi. Al posto della ricotta si poteva trovare anticamente una farcia di tuma, un formaggio freschissimo non salato, lavorato insieme allo zucchero. Il dolce è decorato con zucchero a velo vanigliato o con polvere di cioccolata.
I biscotti quaresimali, tradizionali nella pasticceria siciliana, nascono come pietanze votive legate alla Quaresima. Il loro consumo, infatti, era un rimedio perfetto all’usanza cattolica di fare digiuno nei giorni che precedono la Santa Pasqua. I quaresimali si preparano in tutta la Sicilia, da Enna a Siracusa, da Catania a Palermo, ma la caratteristica comune è l’uso delle mandorle.
Ma la pasticceria siciliana non si ferma qui. E’ arrivato adesso il momento del ‘’u Pupu ccu l’ovu’’, che vuol dire “pupazzo con l’uovo”, ma a secondo della località di provenienza ha nomi diversi (“campanaru” o “cannatuni” a Trapani, “pupu ccù l’ovu” a Palermo, “cannileri” nella zona di Enna, “panaredda” ad Agrigento e Siracusa, “cuddura cull’ovu”, “aceddu cull’ovu” o “ciciliu” a Catania, “palummedda” nella parte sud occidentale dell’isola). È un tipico biscotto pasquale di varie forme (panierini, colombe, cavallucci, cuori) che un tempo si scambiava, al posto delle moderne Uova di Pasqua, tra innamorati, in famiglia e tra amici, nel giorno della Resurrezione. La tradizione vuole che u pupu si prepari in casa: la pasta di biscotto viene adornata con le uova sode lasciate nel loro guscio e infine decorata con codette o palline di zucchero colorate. Le uova sode, inserite come decorazione, un tempo dovevano essere di numero dispari e possibilmente ventuno, per ricordare il giorno in cui ha inizio la primavera.
Infine, la regina di tutti i dolci siciliani che non può mancare a Pasqua è la famosissima Cassata siciliana, tanto che un antico proverbio dice: “Tintu cu’ un mancia a cassata la matina di Pasqua”.
Oltre ai dolci dell’antica tradizione siciliana, si possono gustare i grandi classici di queste festività: le Uova di cioccolato, simbolo di vita e rinnovamento, e le Colombe artigianali da provare farcite alle mandorle di Avola, al pistacchio di Bronte o al cioccolato di Modica Igp.

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